ETHIC – Emmett Till Historic Intrepid Museum
L’ETHIC Museum è l’unico museo al mondo interamente dedicato alla storia di Emmett Till.
Si trova a Glendora, una quasi ‘ghost town‘ nel cuore del Delta del Mississippi.
E’ stato voluto, fondato e ora gestito, dal sindaco della piccola città, Johnny B. Thomas, la cui storia personale si intreccia con quella della giovane vittima.
Indice:
- Glendora
- Storia del museo
- La versione della storia Till secondo l’ETHIC
- La mia visita al museo
Glendora
“the people left behind“
Per apprezzare il valore del Museo, bisogna fare un passo indietro e comprendere la storia di Glendora e del Mississippi Delta.
Siamo in un’area occupata dai padri fondatori a scapito dei nativi, i Choctaw in questo caso, che a fine XIX secolo viene fondata con il nome di Glendora.
Diventa distretto di voto, con una fermata ferroviaria e molte piantagioni gestite da ricche famiglie bianche che si servono del lavoro sottopagato dei neri – la maggior parte figli di ex schiavi – .
Il Mississippi a quel tempo è, grazie alle piantagioni, uno degli stati che produce più ricchezza nell’intero Paese, aumentando il benessere di molte famiglie bianche e, parallelamente, l’impoverimento di molte famiglie nere.
Anche dopo l’abolizione della schiavitù, l’oppressione razziale, in Mississippi, continua.
Il numero dei neri è superiore a quello dei bianchi; tuttavia i bianchi del Delta controllano in maniera sproporzionata un gran numero di ricchezza e potere nell’area (esattamente come oggi).
Dopo la Guerra Civile e la promulgazione del XIII emendamento che abolisce la schiavitù, molti bianchi temono per le loro ricchezze che dipendono in gran parte dal lavoro sottopagato e forzato dei neri.
Decidono così di promulgare i Black Codes per ‘tenere il nero al suo posto’.
‘To keep negro in his place’ socialmente, economicamente e politicamente.
I Black Codes non sono altro che una serie di leggi che mantengono legalmente in vigore la schiavitù, costringendo la comunità afroamericana a lavori sottopagati e ad essere costantemente indebitata.
Una di queste leggi prevede, per esempio, che ogni Gennaio i neri presentino prova di essere impiegati in qualche lavoro.
In caso contrario vengono arrestati e l’ufficiale preposto viene pagato con 5$ scalati direttamente dalla paga dell’arrestato.
Il sistema di mezzadria che viene messo in atto dopo la fine della schiavitù, non è altro che una nuova riformulazione di questa.
Molti neri liberati dalla schiavitù non hanno educazione o risorse economiche per vivere senza essere costretti a lavorare nelle piantagioni dei bianchi (una tempo loro padroni).
Grazie ad un sistema basato su frode, alti tassi di interesse e tattiche abusive, i mezzadri, inevitabilmente, finiscono per essere costantemente indebitati con i datori di lavoro.
I Black Codes, tra l’altro, rendono illegale lasciare la piantagione se prima non sono stati pagati tutti i debiti.
In caso contrario si può essere arrestati e rimandati a lavorare dal proprio datore senza paga.
In alternativa si rischia di entrare a far parte del sistema penale ed essere costretti ai lavori forzati, sempre senza paga, come pena detentiva.
(Questa dinamica, in maniera apparentemente meno dichiarata, è attive ancora oggi: nel Mississippi Delta, poco distante da questi luoghi, il Parchman è un istituto penitenziario tristemente noto per la sua durezza. Qui, ancora oggi, i detenuti lavorano nei campi per pochi centesimi l’ora, sottostando a un modello di sfruttamento fin troppo conosciuto e ormai ben consolidato).
Al tempo dei Black Codes, inoltre, ogni piantagione ha al suo interno un negozio di alimentari dove i mezzadri possono comprare i beni di prima necessità (il Bryant’s Grocery & Meat Market era uno di questi)
Capita che il proprietario, a volte, conceda un credito, se necessario, ma se il mezzadro non riesce a ripagarlo, è costretto a lavorare l’intero anno successivo senza compenso, solo per risarcire il debito.
Non è altro che un sistema vizioso di sfruttamento.
Intanto arrivano gli anni del Movimento per i Diritti Civili: i neri combattono per ottenere il diritto al voto e la desegregazione delle scuole.
Entrambe le cose minacciano il potere bianco e i suoi privilegi.
In risposta i bianchi si uniscono in gruppi come il Ku Klux Klan e il White Citizen Council.
A mano a mano che il Movimento per i Diritti Civili ottiene potere, il malcontento aumenta di pari misura.
I bianchi non possono tollerare lo sgretolarsi dei confini, fisici e sociali, tra loro e la comunità nera.
Iniziarono ad aumentare le ritorsioni e con queste i linciaggi.
Solo l’arrivo della rivoluzione industriale sancisce la fine del sistema di mezzadria.
I bianchi abbandonano l’area portando via ogni ricchezza e ogni possibilità, per la città di Glendora, di progredire.
Anche la highway viene ricollocata, isolando ulteriormente l’area e le possibilità di scambi commerciali o turistici.
Con il progressivo abbandono dei bianchi e una crescente maggioranza di popolazione nera, diventa la prima città nella Tallahatchie County ad eleggere esponenti afroamericani per cariche pubbliche.
Tra queste Johnny B Thomas che, dal 1982, è il sindaco di Glendora.
Il Mississippi è l’ultimo stato del Sud ad integrare le scuole pubbliche e a permettere ai neri di votare.
Glendora è ancora oggi una delle città più povere del Delta.
Gli unici lavori disponibili nella Tallahatchie County sono nella scuola o nel sistema penitenziario.
La storia di Emmett Till ha contribuito ad accelerare la fine del sistema agricolo di mezzadria e la migrazione di molti abitanti del luogo verso il Nord, lasciando la città di Glendora per lo più nera e povera.
Quando i bianchi hanno abbandonato le loro case e le loro attività commerciali hanno portato via gran parte delle loro risorse economiche.
Glendora, così, ha iniziato ad avere difficoltà nello sviluppo e nel mantenimento dei servizi pubblici (come, per esempio, l’educazione) rivolti ai suoi cittadini.
Quasi dal giorno alla notte è diventata una ghost town con un tasso di povertà così alto che ai suoi abitanti ci si riferisce spesso come ‘the people left behind’.
Storia del Museo
Il museo esiste solo grazie alla tenacia e alla visione di Johnny B. Thomas.
Nel 2010 il Mississippi Development Authority (MDA) manda un gruppo di esperti di sviluppo economico a Glendora.
Il loro compito è stabilire un piano per salvare la città dalla povertà: un compito arduo.
Glendora è caratterizzata da una preoccupante povertà, con un’ entrata famigliare del 70% inferiore alla media nazionale.
Il team fatica a trovare una soluzione.
A parte l’irrealistica proposta di trasformare l’area intorno al bayou con delle “proprietà vista panoramica”, la loro unica alternativa è quella di suggerire a Glendora di capitalizzare dal suo legame con la storia di Emmett Till.
Più commemorazioni porteranno più turisti, dando una scossa all’economia locale.
Tuttavia, il Mississippi Department of Archives and History (MDAH), non crede alla versione della storia sposata da J.B.Thomas, ovvero quella che sostiene il corpo di Till sia stato gettato dal Black Bayou. Così come non crede che la lama sia stata rubata dal Cotton Gin del luogo.
E’ anche per queste ragioni che la MDHA ha sempre rifiutato, in passato, qualsiasi domanda di sovvenzione fatta dalla città.
Il sindaco Thomas si trova con le mani legate.
Da una parte ha un’agenzia di Stato (MDA) che dice loro di investire sulla storia di Till e dall’altra una seconda agenzia di Stato (MDAH) che ostacola ogni loro tentativo di farlo.
Mentre alcune persone avrebbero mollato, il sindaco fa appello alla sua creatività.
Facendo leva proprio sulla povertà della città, ottiene un finanziamento da un altro ente governativo: l’U.S. Department of Agriculture (USDA).
La USDA premia, con una sovvenzione di 325.405 dollari, la città di Glendora per stabilire una connessione a banda larga. Thomas utilizza il denaro per entrambi i progetti: fornire connessione e costruire la prima versione del museo.
Se, da una parte, il fondo della USDA voleva venire incontro alla povertà della città, dall’altra l’ingegno del sindaco ha fatto il resto.
- La versione della storia Till secondo l’ETHIC
Mentre qualsiasi racconto su Emmett Till suggerisce che gli assassini hanno scaricato il corpo nel Tallahatchie River, il lavoro commemorativo dell’ ETHIC Museum suggerisce che Till venga invece scaricato in un affluente conosciuto come Black Bayou da un ponte nel lato sud di Glendora. Stando a questa versione, è il bayou che trasporta il corpo di Till per tre miglia fino al Tallahatchie River dove viene scoperto vicino a Graball Landing.
Nessuno storico, inoltre, è mai stato in grado di dire dove gli assassini hanno preso la lama della macchina del cotone che ha fatto da peso al corpo di Till.
Il museo di Glendora sostiene che la lama sia stata rubata proprio in questo luogo, il Glendora Cotton Gin, presumibilmente da Elmer Kimbrell, un impiegato della fabbrica e vicino di casa di Milam (e probabile complice nell’omicidio).
Tuttavia, ancora oggi, alcune domande rimangono senza risposta: dove è stato veramente gettato il corpo di Till? Chi ha rubato la lama che zavorrava il suo corpo? Chi erano i complici di Bryant e Milam?
Per gli abitanti di Glendora il dibattito su queste diverse versioni è così importante da far sembrare che il futuro della città dipenda da dove il corpo di Till è stato scaricato esattamente o da dove, precisamente, è stata presa la lama.
Se Glendora fosse stata in salute economica, Thomas non avrebbe ottenuto alcun finanziamento federale e non ci sarebbe stato alcun museo.
Ma Glendora non è in salute e per questo motivo le chiacchiere riguardo Kimbrell, il Cotton Gin, il ponte continuano a girare sostenute da nient’altro se non la povertà della città.
Oggi L’ETHIC Museum fa parte del Emmett Till Heritage Trail che consiste in dodici location distribuite su tre contee.
La mia esperienza al museo
Sono stata all’ETHIC Museum ad Agosto 2022.
Ho scoperto questo posto nella fase di studio e di preparazione del viaggio.
Pensavo sarei andata a vedere uno dei numerosi musei dedicati alla storia del Movimento per i Diritti Civili, con un particolare focus sulla storia dell’omicidio Till.
E’ stato molto più.
Se fossi costretta a scegliere, tra tutte, una sola esperienza da ripetere di questo mio viaggio negli Stati del Sud, sceglierei, senza alcun dubbio, questa.
L’edificio del museo sorge dove un tempo c’era il Glendora Cotton Gin cioè la fabbrica di lavorazione del cotone della città di Glendora.
La sua realizzazione è da attribuire completamente al suo attuale sindaco, Johnny B. Thomas, che in questa piccola città svolge diverse mansioni, tra cui accoglienza e guida nel museo.
L’esperienza, con il senno di poi, non poteva andare meglio.
Più guidavo verso la destinazione e più il nulla mi veniva incontro.
Ho pensato di aver sbagliato strada fino a quando non ho visto, in lontananza, una foto sbiadita del giovane Emmett Till appesa vicino all’ingresso di questo capannone.
Entro.
All’accoglienza c’è quello che, in quel momento, non sapevo essere Johnny B. Thomas.
Parecchia diffidenza, dialoghi asciutti e un po’ burberi.
Ci fornisce una breve spiegazione di come si struttura la visita: visione di un filmato di circa 15 minuti e poi percorso narrativo della storia attraverso cimeli autentici e ricostruiti.
Solo una volta terminata la visita, the magic happened.
Johnny B. Thomas inizia a raccontare con sincero coinvolgimento quanto questa storia sia ancora viva nella comunità al punto da determinare la convivenza stessa tra i pochi abitanti rimasti.
Thomas ne ha scritto un libro.
Ne ha solo una copia, ma è la sua.
Quella non la venderà mai, mi dice, l’ha autografata Barack Obama.
Racconta del presunto coinvolgimento di suo padre nell’omicidio; di quando, qualche mese prima, ha incontrato Joe Biden a Washinton D.C. (in occasione della promulgazione dell’ ‘Emmett Till Antylinching Act‘) e della sua incazzatura, perchè di questo parliamo, nel non aver ricevuto il riconoscimento di ‘luogo di interesse storico’ per il suo museo.
Prima di uscire penso solo che vorrei bastasse il mio di riconoscimento.
Ci salutiamo, una foto insieme e una t-shirt in regalo come ricordo.
Ah.
Quando parlo di museo, di percorso narrativo, di filmato è bene sottolineare, perché nel valore stesso dell’esperienza, che si tratta di un capannone in alluminio.
La strada per arrivarci è completamente sterrata e lo è sempre di più mano a mano che ci si avvicina, fino a guidare nell’erba.
Si passa attraverso alcune case, poche e maltenute.
Un gruppetto di persone chiacchiera sotto al porticato fino a quando non ci vedono passare.
La loro testa ci segue facendo ruotare il collo in un arco pieno da destra a sinistra.
E’ evidente che non sono abituati a vedere forestieri e meno ancora forestieri bianchi.
Ma qui siamo in Mississippi, anzi: nel Mississippi Delta.
Fonti:
- Johnny B. Thomas, Thomas J. Durant, Jr.: “A Stone of Hope – Rising above slavery, Jim Crow and poverty in Glendora, Mississippi”;