Parte 11 – Free the West Memphis Three
Mentre per Damien, Jason e Jessie il tempo si è fermato al 1993, fuori, nel mondo reale, si consolida un movimento che si batte per la revisione del caso. Il sito internet ‘WM3.org‘ permette ai sostenitori della causa di tenersi aggiornati sull’andamento e su eventuali sviluppi del procedimento giudiziario.
Bruce Sinofsky e Joe Berlinger, dopo il successo del primo documentario ‘Paradise Lost‘, completano il lavoro con una trilogia che permette alla storia dei tre condannati di essere conosciuta anche fuori dai confini dell’Arkansas. Solo ai tre ragazzi non ne viene permessa la visione.
Anche il mondo della musica si movimenta. Molti artisti sono rimasti colpiti dal fatto che la giuria avesse ritenuto ci fosse un collegamento tra gli omicidi e i gusti musicali di Damien e Jason. Tra questi Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, che con il suo sostegno avrà un ruolo fondamentale nelle sorti di Echols, Baldwin e Misskelley Jr.
Indice:
- WM3.org
- ‘Paradise Lost 2: Revelations’ e ‘Paradise Lost 3: Purgatory‘
- Un CD musicale per i WM3
WM3.org
Dopo il primo film ‘Paradise Lost: the Child Murders at Robin Hood Hills’, il successo al botteghino e la visione a livello nazionale, nasce il movimento ‘Free the West Memphis Three’.
Burk Sauls ne dirige l’organizzazione.
Sauls e tutti i sostenitori del movimento ‘Free the West Memphis Three’ creano il sito ‘WM3.org‘, un canale che si aggiorna costantemente con foto e informazioni sui ragazzi e sull’andamento del caso. Il sito permette ai sostenitori e ai difensori della causa di dialogare direttamente con Damien, Jason e Jessie; vengono prodotte delle t-shirt con le foto dei tre imputati il cui motto è ‘Free the West Memphis Three’.
I fondatori del Movimento esortano tutti i sostenitori a scrivere al Governatore dell’Arkansas chiedendo di riesaminare il caso. Il sito li sprona a mandare una cartolina dal loro Stato di appartenenza con il messaggio “Free the West Memphis Three”: vogliono realizzare, con tutte queste cartoline, un quilted banner da portare davanti alla Corte Suprema dell’Arkansas come prova dell’interesse nazionale sul futuro di questi tre innocenti in prigione.
Tra il sito e il documentario la storia esce dai confini di Stato. Il proprietario di un negozio di VHS a Little Rock affitta il film gratuitamente perché pensa che tutto l’Arkansas debba vederlo. Quando viene trasmesso al Festival ‘Hot Spring‘ in Arkansas, quasi tutto il pubblico si ferma per ore a discutere, sia con i registi, sia con gli avvocati.
Solo ai tre condannati non ne viene permessa la visione.
Tra le migliaia di lettere che ricevono, a Damien ne viene recapitata una anche da Sister Helen Prejean, l’autrice di ‘Dead Man Walking’. La lettera termina con il monito ‘choose life, whatever that means’(…)
Il mondo di Damien si amplia grazie a persone che hanno visto ‘Paradise Lost’ e visitato il sito web. Comincia proprio in questo periodo una seria corrispondenza con una donna, Lorri Davis, un architetto paesaggista di New York, che ha visto il primo documentario quando è stato trasmesso ad una serata al MoMa.
dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols
“…mi è stato detto che su Internet gira una fotografia di Axl Rose con addosso una maglietta che chiede la liberazione dei “Tre di West Memphis”. La notizia mi ha cambiato il mese. Chiunque mi conosca sa benissimo che sono convinto non ci sia mai stato né mai ci sarà un gruppo rock capace di avvicinarsi ai Guns N’ Roses. Ho passato mesi e mesi di fila in cui non ascoltavo che loro”.
dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols
“…Ho finito di leggere il libro di Rubin “Hurricane” Carter e vedo la mia situazione riflessa in ogni parola. L’unico motivo per cui lui ce l’ha fatta a uscire è perché aveva sostenitori che hanno obbligato i suoi legali ad agire, altrimenti sarebbe ancora rinchiuso in una cella proprio come me”.
Paradise Lost 2: Revelations e Paradise Lost 3: Purgatory
Nel 1999, intanto, esce il secondo film di Joe Berlinger e Bruce Sinofsky: ‘Paradise Lost 2: Revelations’
Nonostante la maggior parte degli spettatori che hanno visto il primo film sono rimasti inorriditi da quello che mostrava, un numero considerevole ci vede la prova di colpevolezza dei tre ragazzi. Berlinger e Sinofsky decidono così di fare un sequel. Se il primo è stato un film più artistico, il secondo è più forte e più concentrato sulla difesa di questi ragazzi. “La missione del secondo era quella di aiutare questi ragazzi…Ma la maggior parte delle persone in Arkansas erano infastidite da noi. I Moore non volevano avere niente a che fare con noi. Pam Hobbs aveva provato a querelarci. Brent Davis non voleva parlare con noi. Era rimasto solo John Mark Byers. Era più che desideroso di comparire di fronte ad una telecamera e noi lo mettevamo ben al centro”.
Nel secondo film si vedono gli esperti convenire sul fatto che i morsi sui corpi dei bambini potrebbero essere di Byers. John Mark Byers, infatti, da poco si è fatto rimuovere tutti i denti facendo aumentare i sospetti su di lui (darà la colpa al Tegretol, un farmaco utilizzato per il trattamento del disturbo bipolare e della schizofrenia che in realtà, però, non produce come effetto collaterale quello della perdita dei denti).
Si scopre inoltre che sua moglie Melissa, madre di Chris, è morta nel 1996 in circostanze sospette e mai approfondite, mentre Byers, nel frattempo, è stato in prigione per piccoli reati minori.
Ma le risorse di Byers non finiscono qui. Nei giorni delle riprese i due filmmakers ricevono in regalo da John un coltello macchiato di sangue che si scopre essere del figliastro defunto Christopher. Dal momento che i test del DNA ai tempi erano relativamente nuovi, si stabilisce che quel sangue può appartenere sia a Christopher, sia a suo patrigno John Mark Byers (instillando un ulteriore dubbio: può un unico DNA appartenere a due persone diverse o forse John Mark Byers non è il patrigno, ma in realtà è il padre biologico di Christopher? Ancora oggi non abbiamo la risposta).
Questo episodio rappresenta la prova più forte ed evidente dell’intero caso, ma Gitchell e Fogleman decidono di accettare la dichiarazione finale di John Mark Byers che improvvisamente sembra ricordare che ‘Si! mi ero tagliato io con quel coltello’
Tuttavia, alla fine, nulla riconduce Byers ai fatti del 5 maggio 1993. Il suo alibi per quel giorno è forte (oltre ad essere stato il primo a chiamare la Polizia). Rimane tuttavia la figura principale e la più interessante anche nel terzo film: ‘Paradise Lost 3: Purgatory’.
La rivista ‘Newark Star-Ledger’ del New Jersey, a seguito dell’uscita della trilogia, descrive West Memphis come “un bastione del rigore giudeo-cristiano minacciato dall’oscurità dell’ America secolare“.
Berlinger e Sinofsky sperano che i loro documentari sortiscano un risultato simile a quello del documentario ‘The Thin Blue Line’ del 1988, un film documentario di Errol Morris sul processo e la condanna di Randall Dale Adams per l’uccisione, nel 1976, dell’agente di polizia di Dallas Robert W. Wood.
Il loro obiettivo è sottoporre il film all’ex governatore dell’Arkansas, ora Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. Berlinger chiede a chiunque conosca nell’ambiente di Hollywood e che abbia contatti con Bill Clinton, di mandare una copia del documentario al Presidente. Ma la maggior parte esita.
Berlinger allora contatta Roger Ebert, che aveva lodato ‘Paradise Lost 1 e 2’, chiedendogli se può mandare il film al Presidente (dal momento che lo stesso Joe era da poco stato ospite allo show di Roger) ed Ebert lo fa.
Due mesi dopo Berlinger riceve questa risposta dal Presidente: “Caro Joe, ho trovato entrambi i film affascinanti e disturbanti, ma sia consapevole che…”continuò scrivendo che come Presidente non aveva influenza sul sistema giuridico in Arkansas.
Un CD musicale per i WM3
Intanto aumenta anche il numero di artisti che aderisce alla causa.
Dal momento che la giuria ha ritenuto ci fosse un collegamento tra gli omicidi e i gusti musicali di Damien e Jason, molti musicisti si sono sentiti attaccati.
Tra i primi ci sono i Metallica che donano la loro musica per le colonne sonore della trilogia ‘Paradise Lost’.
A marzo del 2000 un manager di una band di Seattle annuncia l’uscita di un CD che avrebbe messo insieme molti artisti in supporto ai tre condannati ora noti come ‘West Memphis Three’.
Tuttavia, dopo la realizzazione del CD, la Music City Record Distributors di Nashville annuncia che lo avrebbe ritirato dagli scaffali dei negozi ‘Cat’s Music’. Prendono la stessa decisione anche i ‘Pop Tunes’ e i ‘Best Buys’ (bisogna tenere presente che sin dalle sue origini, nello stesso Mississippi Delta che ha dato origine al Blues, il Rock ‘n Roll viene accolto e denunciato come ‘cattivo’. La Beale Street di Memphis ora è una attrazione, ma nei suoi giorni passati, grandi musicisti, come Elvis, si sono scontrati con le elite delle Chiese; molti hanno continuato a vedere il Rock ‘n Roll come ‘male’ fino a quando non hanno capito che che era ‘buono’ per l’economia).
Baba O’Riley – the Who
“Out here in the fields
I fight for my meals
I get my back into my living.
I don’t need to fight
To prove I’m right
I don’t need to be forgiven.
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
Don’t cry
Don’t raise your eye
It’s only teenage wasteland
Sally, take my hand
We’ll travel south cross land
Put out the fire
And don’t look past my shoulder.
The exodus is here
The happy ones are near
Let’s get together
Before we get much older.
Teenage wasteland
It’s only teenage wasteland.
Teenage wasteland
Oh, yeah
Its only teenage wasteland
They’re all wasted!“
In un concerto a Memphis, Eddie Vedder dedica la canzone ‘Teenage Wasteland’ degli Who a “un amico che non ho ancora incontrato. E’ di West Memphis. Lo conoscerò domani”. Il giorno successivo Vedder attraversa il Mississippi River fino alla prigione di massima sicurezza del Dipartimento di Stato dell’Arkansas dove incontra Damien Echols. Successivamente Vedder dirà ad un reporter: “Sono andato a trovare Damien in un posto dimenticato da Dio; lui è nel braccio della morte dove tutti sono trattati come immondizia”
dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols
“… Il 22 agosto del 2003 fui trasferito dal Tucker all’unità di super massima sicurezza Varner a Grady, Arkansas, lo stesso penitenziario in cui si trovavano Jason e Jessie (anche se, ironia della sorte, poco dopo Jason venne trasferito al Tucker)…… Per ordine dell’amministrazione carceraria mi era proibito comunicare con Jason e Jessie, anche se non era stato dichiarato nulla, legalmente, e nonostante loro due fossero compagni di cella e avessero dormito l’uno accanto all’altro per un paio di anni. Il mio primo appello venne respinto dal sistema giudiziario dell’Arkansas nel 1994. Che sorpresa eh? Il secondo, noto come Rule 37, comprendeva la miriade di reclami per la difesa inadeguata che avevo avuto al processo… Come ho già detto, l’impegno di Joe e Bruce culminò nel documentario Paradise Lost. Che venne proiettato al Sundance Film Festival nel 1996 e poi in diverse piccole sale, incluse il Quad Cinema di Manhattan e una a Little Rock… Fra le tante persone che lo videro nel corso degli anni seguenti c’era Eddie Vedder dei Pearl Jam, che ne rimase abbastanza affascinato da cercare il mio avvocato dell’epoca. Per ironia della sorte – e anche una buona dose di sfortuna – il mio avvocato non aveva mai sentito nominare i Pearl Jam, così a Eddie ci volle un po’ per parlare con qualcuno in grado di recepire la sua offerta di aiuto. Nel 1999 riuscì finalmente a mettersi in contatto con la mia squadra e rimase coinvolto nella battaglia per dimostrare la mia innocenza. Le sue donazioni al mio fondo di difesa legale, la sua dedizione e la sua energia nel perorare il mio rilascio hanno costituito un momento chiave negli anni trascorsi sul mio caso. Quante rockstar conoscete che vanno a trovare qualcuno in prigione quando passano in città? E’ sempre uno spasso quando Eddie fa un salto qui e mi racconta le sue ultime avventure”.
dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols
“… l’unica cosa che possa interessare a qualcuno è la mia convinzione che Marylin Manson stia rapidamente diventando il mio nuovo migliore amico. Anche Lorri lo adora. Parlerà a nostro favore su Vh-I, a una cerimonia di premiazione che andrà in onda a luglio. Sta anche dipingendo alcuni miei ritratti, cosa che mi eccita molto. Manson si è fatto coinvolgere dal mio caso e mi aiuta, anche se è sempre rimasto dietro le quinte: pensava che, agli occhi del pubblico, la sua presenza potesse essere tanto deleteria quanto positiva. L’aria è piena di quella strana, potente energia che si avverte soltanto al cambio di stagione… E’ stato in questo periodo dell’anno che ho sperimentato i miei ultimi veri giorni di libertà, quasi diciassette anni or sono. L’energia che c’è nell’aria rende quei ricordi tanto vividi che è come se fossero accaduti pochi giorni fa. Questo mi fa male nel profondo delle ossa, ma è un dolore meraviglioso“.
Fonti:
- Mara Leveritt: ‘Devil’s Knot’
- Damien Echols: ‘Il Buio dietro di me’
- George Jared: ‘Witches in West Memphis‘
- Damien Echols and Lorri Davis: ‘Yours for Eternity’
- Damien Echols: ‘Almost Home‘
- Joe Berlinger e Bruce Sinofsky: ‘Paradise Lost Trilogy‘
- Amy Berg: ‘West of Memphis‘
- Documentario Sky: ‘The forgotten West Memphis Three‘