Il Movimento – parte 4
Per decenni la comunità nera ha accettato la sua posizione di secondo ordine nella società statunitense, ma ora è proprio lei a mettere i cittadini nella condizione di decidere se la segregazione sia giusta o sbagliata.
Lo fa attraverso manifestazioni pacifiche di protesta come i sit-ins o percorrendo miglia e miglia, attraverso gli Stati del Sud, sui buses dei Freedom Riders.
Nonostante in entrambi i casi il codice comportamentale preveda la non violenza, le reazioni dei cittadini bianchi che li osservano si manifestano in maniera decisamente più aggressiva passando attraverso insulti, percosse e violenti pestaggi.
Indice:
- La prigione 1960-1961
- I sit-ins
- L’intervento di Kennedy
- I Freedom Riders
La prigione
1960 – 1961
- Sit-ins
Il sit-in è una manifestazione di protesta non violenta che prevede, da parte degli attivisti, l’occupazione di un luogo pubblico con l’obiettivo di bloccarne la normale attività.
Jim Lawson, un attivista del Movimento, forma gli studenti a prepararsi alla violenza, che sarebbe scaturita come conseguenza ai sit-ins, con degli autentici workshops ai quali partecipa anche un giovanissimo John Lewis.
Il primo sit-in organizzato dal Movimento si è tenuto il 1 febbraio del 1960 a Greensboro, in North Carolina.
I sit-ins successivi si svolgono nella città di Nashville che, a quel tempo, conta circa settantamila abitanti.
Nonostante il sindaco, Ben West, e i suoi cittadini siano orgogliosi della tradizione progressista della propria città, anche qui gli afroamericani, pur contribuendo attivamente alla vita economica della capitale del Tennessee, vivono segregati.
Per le prime due settimane di manifestazione tutto fila liscio fino a quando non vengono aggrediti da un gruppo di bianchi all’interno di un diner.
Nonostante gli attivisti subiscano la violenza della folla senza reagire, la polizia li arresta per disordine pubblico.
Z. Alexander Looby, giovane avvocato nero, si mette alla difesa del nascente Movimento.
Suggerisce loro di non pagare la cauzione, ma di andare in carcere.
John Lewis ricorda che, nonostante per un ragazzo del Sud andare in prigione rappresenti un disonore per se stesso e per tutta la famiglia, in quel momento, in realtà, per lui e per i suoi compagni è considerato un onore al merito.
La prigione, affrontata tutti insieme, non li spaventa.
Moltissimi neri, intanto, decidono di non supportare più l’economia della città smettendo di fare shopping nei negozi della downtown di Nashville (le politiche segregazioniste prevedono, per esempio, che i neri possono comprare capi di abbigliamento nei negozi dei bianchi, ma che non possano provarli).
Finalmente, tre settimane dopo l’insorgere dei primi scontri, una nuova pagina di storia può essere scritta: da ora in poi, nella città di Nashville, saranno serviti in tutti i lunch stores della città, esattamente come i bianchi.
- L’intervento di Kennedy
Nel 1960 si svolge la campagna presidenziale tra Kennedy e Nixon.
Entrambi hanno bisogno dei voti del Sud.
Quando Martin Luther King viene arrestato ad Atlanta, insieme ad altri cinquantuno studenti, per aver partecipato al sit-in tenutosi nel grande magazzino Rich, è inevitabile per il futuro Presidente esporsi.
Farlo significa mettere a rischio il gradimento e i voti della fetta più conservatrice del paese.
Così lo staff di Kennedy ha un’idea: dovrà deve semplicemente limitarsi a chiamare Coretta Scott King esprimendo vicinanza e dicendole cosa avrebbe fatto per fare uscire il marito di prigione, evitando, in questo modo, di rilasciare dichiarazioni pubbliche.
Quella notte sarà Robert Kennedy, il fratello, a chiamare il giudice della Georgia per far uscire King di prigione.
Il giorno successivo viene liberato facendo aumentare esponenzialmente l’indice di gradimento, da parte della comunità nera, del futuro Presidente.
Un risultato notevole se si considera che nei primi sei mesi su otto di campagna presidenziale, JFK aveva fatto in realtà molto poco: non aveva mai preso posizione, per esempio, sul tema, molto vivo, della ‘public housing discrimination’.
La comunità afroamericana inizia a fare pressione affinché vengano bannati anche i ‘segregated interstate travel’.
Ed è così che, nell’agenda del nuovo futuro Presidente degli Stati Uniti, entrarono prepotentemente i temi dei diritti civili per gli afroamericani.
- Freedom Riders
Nonostante la segregazione sui mezzi di trasporto pubblici sia incostituzionale a livello federale, molte città e Stati del Sud continuano a gestire autobus e tram secondo logiche segregazioniste.
Il 4 Maggio 1961, sette neri e sei bianchi organizzano un ‘Freedom Ride‘ che da Washington D.C. intende arrivare a New Orleans attraversando altre città, per chiedere risposte in merito al tema dei Diritti Civili proprio al Governo centrale.
Inizialmente incontrano poca resistenza, ma alla volta dell’Alabama, ad Anniston, viene fatta esplodere una bomba che blocca l’uscita dei passeggeri sul bus facendoli finire in ospedale.
Anche a Birmingham le cose non migliorano: vengono aggrediti e picchiati da un gruppo di teppisti.
Nonostante l’FBI sia stata informata dal Klan dei disordini che ci sarebbero stati a Birmingham e quindi, quasi sicuramente, anche di quelli che ci sarebbero stati ad Anniston, non fa nulla per evitarli .
Ne consegue uno sciopero degli autisti dei Greyhound a Birmingham i quali temono aggressioni e rappresaglie.
Tuttavia i Freedom Riders, risoluti nella loro missione e nella volontà di continuare il viaggio, riescono ad ottenere protezione dalle forze dell’ordine dell’Alabama.
Salgono sui buses scortati dalle macchine e dagli elicotteri dei patrols, ma ad appena cinquanta miglia fuori Montgomery la protezione, improvvisamente, scompare.
Riescono, nonostante tutto, ad arrivare a Montgomery e da qui a dirigersi verso Jackson, Mississippi, dove trovano le forze dell’ordine ad aspettarli per condurli direttamente in prigione.
Passeranno 60 giorni al Parchman Farm dove viene dato loro, come unico diversivo, il libro della Bibbia.
Spendono gran parte del loro tempo a cantare, cosa che infastidisce le guardie carcerarie che, per ripicca, toglie loro i materassi. La punizione, tuttavia, sortisce l’effetto opposto: i Freedom Riders, forti e sicuri della loro unione, continuano a cantare.
Birmingham oggi.
Come in tante città americane la sensazione è che non ci sia mai nessuno! Almeno in giro per le strade….E’ ancora più forte il contrasto con questo silenzio se si pensa a quanto ‘rumore’ ci fu ai tempi dei Civil Rights su queste stesse strade.
Video girato a Birmingham, Alabama. Agosto 2022.
Fonte:
- Harry Hampton: ‘Eyes on the Prize‘